IL BIOMA DOMESTICO

Se guardassimo il mondo con occhi attenti, ci renderemmo conto di quanto tutto ciò che ci circonda e che diamo spesso per scontato sia in realtà sorprendentemente affascinante.

 Se osservassimo con sguardo acuto ciò che da “sempre” fa parte del nostro quotidiano, ci renderemmo conto di quanto quel “sempre” sia, in effetti, frutto di cambiamento, mutamento e trasformazione.

 

 

Potremmo, così, osservare come, all’interno di un ecosistema, le interazioni tra componente biotica (vivente) e abiotica (non vivente) siano molto complesse e articolate.

Potremmo renderci conto di come esista un complesso sistema di comunicazione e relazione tra le diverse specie che abitano il nostro pianeta, noi compresi.

Questi rapporti, in grado di influenzare in maniera sia positiva che negativa l’esistenza di ogni singolo essere vivente, possono avvenire in maniera volontaria ma anche in modo del tutto inconsapevole.

Quando decidiamo, ad esempio, di adottare un animale domestico, stabiliamo deliberatamente e consapevolmente di far entrare nella nostra vita e nella nostra casa un nuovo essere vivente che con noi condividerà spazi e abitudini. A volte, invece, possiamo iniziare una convivenza con altre creature senza rendercene realmente conto.

Con il termine di indoor biome o bioma domestico si intende tutto ciò che è vivente e che coabita con noi o è solo di passaggio all’interno della nostra casa.

Si tratta, molto spesso, di specie più o meno innocue,  a volte fastidiose come ragni, falene, vespe, mosche, zanzare e formiche, che decidono di svolgere il loro intero ciclo vitale nella quasi totale riservatezza.

Ed è proprio in seguito all’esigenza di conoscere quali sono le specie con le quali condividiamo i nostri spazi vitali che nel 2021 nasce il progetto AIDA (Abitanti Intrusi Dentro le Abitazioni) attivo sulla piattaforma iNaturalist, che, anche grazie all’utilizzo di foto, si pone l’obiettivo di monitorare su scala nazionale il nostro bioma domestico.

Il cittadino diventa, in questo caso, parte integrante e fondamentale del progetto, che offre, a sua volta, l’opportunità di svolgere un’attività naturalistica senza la necessità di andare fuoriporta.

Come flora e fauna possano diventare nostre compagne di viaggio sembra essere, per lo più, legato a cause de tutto naturali e casuali.

Anche se questa convivenza forzata in alcuni casi è in grado di apportare benefici (come nel caso del geco che funziona meglio di qualsiasi altro repellente per zanzare essendo in grado di mangiarne fino a 2.000 in una sola notte), in concreto è vista in maniera negativa e nociva.

Per cercare di far cambiare questa percezione, il progetto AIDA  ha creato una rubrica, “L’intruso della settimana”, nella quale vengono riportate informazioni e curiosità riguardante i nostri piccoli ospiti.

Questa iniziativa svolge anche un altro ruolo sostanziale, ovvero quello di far conoscere e identificare le specie aliene invasive, in modo tale che possano essere, così, facilmente gestite.

Ovviamente, la percentuale e l’affidabilità delle segnalazioni sono strettamente correlate a una serie di fattori in grado di interagire e influenzarsi a loro volta, tra cui l’attitudine dell’osservatore, le caratteristiche delle specie, le interazioni specie-ambiente domestico, il grado di urbanizzazione e la densità di popolazione della zona.

Bisogna anche tener conto di un altro fattore molto importante che rende AIDA un progetto dinamico: la stagionalità delle osservazioni. La cimice asiatica ad esempio, è una specie aliena invasiva, originaria dell’Asia orientale, introdotta involontariamente nel nostro continente, che, al sopraggiungere della stagione invernale, trova il suo rifugio sicuro all’interno delle abitazioni. È una presenza dannosa soprattutto per le colture agrarie, segnalata casualmente per la prima volta nel 2012 in Emilia Romagna.

Essendo una specie alloctona e quindi invasiva, è ovvio che la sua diffusione rappresenta una minaccia per la tutela della biodiversità, che definisce la ricchezza di vita sulla Terra. In questo caso, le attività di monitoraggio effettuate da cittadini e ricercatori sono cruciali, e AIDA dà l’opportunità di coordinarle e gestirle in modo tale da limitare quanto più possibile la diffusione di questa e altre varietà aliene.

Il progetto AIDA ha anche permesso la segnalazione di specie protette, a rischio di estinzione, come il coleottero o maggiolino dei pini, uno degli insetti più grandi presenti in Italia.

Dagli ultimi studi risulta che  la superficie occupata dal bioma domestico è in rapida espansione e, a pensarci bene, questa non è altro che una conseguenza del fatto che viviamo in un pianeta sempre più urbanizzato.

Con l’aumento della popolazione umana mondiale, questa tendenza continuerà inevitabilmente ad aumentare, ed è per questo che i dati raccolti dai progetti di citizen science o scienza partecipativa, che prevedono il coinvolgimento attivo dei cittadini per la raccolta e analisi dei dati a scopo scientifico, risultano essere fondamentali per il monitoraggio e la protezione della biodiversità.

 

Marina Greco

marina.greco83@hotmail.com

 

 

 

 

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