LA RIVOLUZIONE DELL’UMILE PATATA

Dall’agricoltura tradizionale all’agricoltura molecolare. La patata è da millenni alimento fondamentale per molte popolazioni nel mondo. Grazie a pratiche agricole avanzate, tecniche di coltivazione efficienti e un’attenzione particolare all’uso sostenibile delle risorse naturali, in Europa la resa di questi tuberi è notevolmente superiore alla media mondiale.

 

 

In Italia, quella della patata è una coltura di grande rilevanza. Una quota significativa avviene infatti in regime di produzione integrata e certificata. Questo metodo promuove l’adozione di tecniche agricole che riducono l’impatto ambientale, limitando l’uso di sostanze chimiche e sostenendo un’agricoltura più rispettosa dell’ecosistema.

La produzione integrata si basa su un approccio equilibrato che integra pratiche agricole tradizionali con innovazioni tecnologiche e scientifiche. L’obiettivo principale è quello di mantenere alta la resa delle colture riducendo al minimo i danni all’ambiente, un equilibrio che richiede conoscenze avanzate e una gestione attenta delle risorse.

Accanto alla produzione integrata, quella biologica gioca un ruolo altrettanto importante. Con circa 50.000 tonnellate all’anno, la patata biologica rappresenta una realtà significativa.

Mentre le pratiche agricole continuano a evolversi, una nuova rivoluzione sta prendendo forma: l’agricoltura molecolare. Questo settore emergente della scienza alimentare si concentra sul “biohacking” (riprogrammazione positiva e “organica”) delle piante, che ha l’obiettivo di far loro generare nutrienti specifici e altri composti benefici attraverso l’ingegneria genetica e metabolica.

La patata è da alcuni anni al centro di questo genere di studi e sperimentazioni.

Due anni fa l’azienda olandese KMC ha iniziato a produrre proteine testurizzate di patate (la testurizzazione è un processo che scompone la struttura globulare delle proteine vegetali e le riallinea in fibre, ndr) capaci di affiancare le più note proteine della soia o dei piselli nella formulazione degli alimenti plant-based. L’azienda inizialmente ha prodotto proteine in polvere, e successivamente è stata in grado di trasformare la polvere in un vero e proprio ingrediente, dotato di un elevato valore nutritivo e una struttura simile a quella della carne.

Quest’anno una start-up israeliana all’avanguardia, PoLoPo, ha progettato una piattaforma tecnologica innovativa, SuperAA, che partendo da piante di patata produce proteine con alto valore nutrizionale.

Nello specifico, la piattaforma SuperAA sfrutta la produttività naturale delle piante e i loro organi di stoccaggio per coltivare proteine identiche a quelle che normalmente si ottengono da fonti animali. La scelta della patata come coltura sperimentale si deve alla sua resistenza a diversi climi, ai bassi costi di coltivazione, ai brevi tempi di maturazione e alla capacità di essere conservata a lungo sotto forma di tuberi. Queste caratteristiche la rendono ideale per l’agricoltura molecolare.

All’interno della piattaforma SuperAA, la patata viene ingegnerizzata per produrre proteine come l’ovalbumina, solitamente presente nell’uovo di gallina, utilizzata in molteplici settori alimentari per le sue proprietà funzionali, come la consistenza e la stabilità. L’ovalbumina di origine vegetale offre un’alternativa sostenibile e potenzialmente meno costosa rispetto a quella derivata dalle uova, soprattutto in un contesto globale in cui l’industria avicola è sempre più esposta a sfide come l’influenza aviaria e le fluttuazioni dei prezzi.

L’agricoltura molecolare, come quella sviluppata da PoLoPo, non è solo una curiosità scientifica, ma rappresenta un passo avanti verso coltivazioni più sostenibili ed efficienti. Utilizzando piante comuni come la patata per produrre proteine, si possono ridurre significativamente le risorse necessarie per l’allevamento animale, abbattendo le emissioni di gas serra e l’uso di acqua e terre coltivabili.

Le proteine ottenute dalle patate possono essere utilizzate in un ricco  assortimento di prodotti, offrendo nuove opportunità di sviluppo all’industria alimentare. La polvere di patatina, ad esempio, è priva di allergeni e può essere impiegata per un’ampia varietà di alimenti vegetali: snack da forno, bevande, alimenti per sportivi e nutraceutici. Inoltre, una patata ad alto contenuto proteico potrebbe giocare un ruolo cruciale nella lotta contro la malnutrizione, migliorando la sicurezza alimentare nelle regioni del mondo più colpite da questo problema.

PoLoPo è stata fondata da due ricercatrici, Maya Sapir-Mir e Raya Liberman-Aloni, entrambe con un dottorato presso l’Università Ebraica di Gerusalemme e una lunga esperienza nel settore biotecnologico e nella ricerca agricola. L’azienda ha ricevuto numerosi riconoscimenti per le innovazioni introdotte, vincendo premi come il Coller Startup Competition e il Better Plate Track di MassChallenge Israel. Questi successi testimoniano il grande potenziale dell’agricoltura molecolare e l’importanza di investire in tecnologie che possano trasformare radicalmente l’industria alimentare.

 

Marta Pietroboni

marta.pietroboni@cibiexpo.it

 

 

 

 

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