ACQUA, QUALCHE INFORMAZIONE 2015

Già oggi 750 milioni di persone non hanno accesso a fonti sicure di acqua potabile ed il futuro non pare registrerà miglioramenti significativi visto che la popolazione mondiale aumenta la ritmo di 80 milioni di persone in più, ogni anno.

Se teniamo lo sguardo rivolto al nostro paese, e facciamo riferimento al recente censimento delle acque ad uso civile realizzato dall’Istat, scopriamo che l’acqua prelevata che esce dai trattamenti di potabilizzazione, ammonta a un totale annuo di 2,9 miliardi di metri cubi.
Il volume immesso nelle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile è pari a 8,4 miliardi di metri cubi, 385 litri al giorno per abitante. Il valore risulta superiore del 2,6% rispetto a quanto registrato nel 2008.
Il volume erogato agli utenti è di 5,2 miliardi di metri cubi, che corrisponde a un consumo giornaliero di acqua pari a 241 litri per abitante, 12 litri al giorno in meno rispetto all’ultimo dato censito nel 2008.
Nel complesso, le dispersioni delle reti comunali di distribuzione dell’acqua potabile ammontano a 3,1 miliardi di metri cubi. Pertanto il 37,4% dei volumi immessi in rete non raggiunge gli utenti finali.
Si registra quindi un peggioramento rispetto al 2008, quando le dispersioni di rete erano del 32,1%.

Questo avviene, ci informa un recente rapporto ISPRA, per rottura delle tubazioni, lesioni o perdite nell’unione dei giunti, reti obsolete o troppo estese, perdite a valle nei serbatoio e nelle connessioni con le utenze.
Come è noto ciò avviene soprattutto nel mezzogiorno (40% delle perdite) e nelle isole (38%), mentre Lombardia e Trentino A.A. registrano una dispersione pari al 20%.

Il comune migliore risulta Aosta con il 7,2% di dispersioni.

Quindi gli aspetti gestionali e manutentivi sono causa di tale spreco e su questo tema una recente inchiesta di Confartigianato, nel confermare quanto sopra riportato, ci da ulteriori informazioni negative anche per quanto riguarda i costi all’utente finale, per il quale negli ultimi cinque anni, in tutte le regioni e città di Italia si registrano incrementi significativi e fortemente differenziati .
Mettendo a confronto famiglie di due persone residenti a Milano (servizio meno caro) con Firenze (servizio più caro) si registra, per un consumo di 120 mc, una differenza di € 219 : € 82 contro € 301; ed evidentemente più il nucleo familiare aumenta più la differenza si va ampliando sino a raggiungere oltre mille euro per le famiglie di cinque persone!
La recente revisione delle regole di tariffazione e della cabina di regia nazionale, affidata alla Autorità per l’energia elettrica ed il gas avvenuta nel 2012, non ha per ora portato a significativi risultati.

Costi elevati ed inefficienze sono strettamente legati per cui non stupisce che le amministrazioni locali abbiano nei servizi locali, acqua compresa, oltre 35.000 partecipazioni in quasi 8.000 imprese delle quali 3.000 con meno di sei dipendenti.
La spending rewiew di Cottarelli aveva auspicato che tali imprese scendessero a 1.000 circa e la stessa legge di stabilità 2015 ha sancito che entro la fine di marzo gli enti locali avevano l’obbligo di presentare un piano di razionalizzazioni.
Qualche speranza c’è, come dalle campagne che molte amministrazioni locali hanno attivato per il risparmio e contro lo spreco di questa importante risorsa e che già hanno fatto registrare qualche significativo risultato nel consumo procapite.
Vi terremo informati.

Fonte: Officina dell’Ambiente

 

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