La zootecnica o zootecnia – la disciplina che si occupa della produzione, dell’
Negli ultimi 50 anni il consumo globale di carne sembra si sia quintuplicato (la popolazione mondiale nello stesso arco di tempo è circa triplicata), passando da 45 milioni di tonnellate all’anno nel 1950 a 233 milioni di tonnellate nel 2000. Nel 2050 la FAO stima saranno raggiunti i 465 milioni di tonnellate.
L’aumento descritto ha causato naturalmente un aumento del numero di animali allevati: sempre secondo statistiche FAO (2010), in tutto il mondo ogni anno vengono macellati circa 63 miliardi di animali, esclusi pesci e altri animali marini.
Il fenomeno ha determinato, negli ultimi anni, un crescente interesse della comunità scientifica sull’influenza che il consumo di cibi animali ha sull’ambiente, data la correlazione tra le risorse alimentari che gli animali allevati – per svilupparsi, vivere, crescere e produrre – consumano e quelle che producano sotto forma di carne, latte e uova destinate al mercato.
Il dibattito, a volte ridotto all’ipotesi che mangiando meno carne, si aiuterebbe la salvaguardia ambientale del pianeta, è stato recentemente ripreso da uno studio promosso da tre associazioni di industriali delle carni: Assica, Assocarni e Una. L’obiettivo, “rassicurare coloro i quali, consapevolmente, scelgono di includere nella dieta tutti gli alimenti disponibili, […], che i prodotti di cui si cibano sono sicuri. E, se consumati con equilibrio, non comportano effetti negativi sulla salute e sulla sostenibilità ambientale ed economica”.
I risultati sono interessanti.
La ricerca, innanzitutto, incoraggia un nuovo approccio alla questione. Propone cioè di valutare l’impatto di un alimento sulla base delle quantità realmente consumate da ognuno nell’ambito di una dieta corretta ed equilibrata e non in termini assoluti (si veda lo schema sotto riportato che riassume lo studio, nominato “clessidra ambientale”).
In sintesi, le 14 porzioni settimanali di carne, pesce, legumi e salumi consigliate producono 7,5 kg di CO2 equivalente; le 18 porzioni di uova, latte e formaggi 3,5 kg, e quindi, sommate tra loro, ne determinano 11 kg. Viceversa, le 35 porzioni di frutta e ortaggi previste ogni settimana implicano 6,7 kg e le 33 porzioni di pane, pasta, biscotti e patate, 3,3 kg, per un totale di 10 kg. I due risultati come si vede non sono molto dissimili. Una dieta bilanciata, lo è anche dal punto di vista delle ricadute ambientali.
Come riportato da magazine.expo2015.org, la considerazione “a detta degli estensori dello studio, vale a maggior ragione nel nostro Paese, dove, dalle ricerche condotte sui consumi reali di carne, è emerso come gli italiani ne mangiano mediamente circa 85 g al giorno – dato in linea con le indicazioni INRAN (oggi CRA-NUT) più recenti e disponibili”: