Agricoltura, moda e non solo. Due giovani imprenditori hanno recuperato e stanno sviluppando in modo nuovo una coltivazione tradizionale, quella del cotone.
Per l’ampia possibilità di impiego, capace di generare una redditizia filiera produttiva, si può parlare di una vera scoperta: da questa coltura si ottengono infatti derivati utilizzabili nella moda, in cosmesi e farmaceutica, in zootecnia e nella produzione di biomassa vegetale.
Ne hanno colto le opportunità di business due imprenditori pugliesi che si sono lanciati in una sfida: confezionare camicie in cotone biologico realizzando l’intera filiera produttiva, dal seme al capo finito.
Tutto ha inizio nella piana di Capitanata, in Agro San Severo, nella provincia di Foggia, con la nascita del gruppo tessile Gest, che prende il nome dalle iniziali dei fondatori, Pietro Gentile e Michele Steduto. L’idea è quella di realizzare camicie artigianali in cotone naturale, producendo direttamente la materia prima attraverso una filiera corta biologica, sostenibile, 100% Made in Italy. Fondamentale la collaborazione con i fratelli Luciani, i primi agricoltori ad aver creduto nelle potenzialità di questo tipo di coltivazione.
Dalla tradizione all’innovazione
La sfida è stata recuperare le tradizionali coltivazioni di cotone – che dal 1965 in poi si erano convertite in campi di pomodoro e grano – adottando sistemi avanzati di agricoltura biologica. Si è scelta, ad esempio, l’irrigazione a goccia, che garantisce un risparmio del 75% sul consumo d’acqua, e si sperimentano approcci alternativi, come la diffusione di musica settata su frequenze a 432 Hz dall’apporto benefico.
L’obiettivo è ambizioso: contrastare sul mercato Grecia e Spagna, i principali fornitori di cotone (convenzionale, non biologico), restituendo all’Italia una nuova autonomia produttiva a km 0. Dall’iniziale coltivazione di soli 3 ettari, poi aumentati a 50, si è ottenuto un raccolto di 150 quintali di cotone delle migliori varietà. Entro il 2025 si intende estendere l’area coltivata a circa 500 ettari.
Gest guarda lontano. Spinge sull’avviamento di coltivazioni sperimentali con particolare attenzione all’ambiente e mira a ottenere la certificazione GOTS (Global Organic Textile Standard)) grazie alla produzione di tessuti d’eccellenza. Punta a stringere accordi con importanti brand già interessati a una filiera bio certificata, interamente Made in Italy, e garantisce buone prospettive di redditività agli agricoltori che entreranno a far parte del progetto.
Tiziana Mazzitelli
È bellissimo, finalmente proviamo a fare innovazione. Auguri,auguri,auguri .sono interessato a conoscere gli sviluppi.