DOVE STAGIONANO LE BANANE

In provincia di Bergamo, per l’esattezza a Cortenuova, da qualche mese è stato inaugurato il più grande centro di maturazione europeo dei frutti con il bollino blu. Le Chiquita arrivano nel nostro Paese attraverso 4 porti (Vado Ligure, Civitavecchia, Salerno e Gioia Tauro) e passano in numerosi centri di maturazione per ridurre al minimo le fasi di trasporto.

 

 

 

Quello di Cortenuova è stato creato per garantire forniture rapide alle piattaforme della grande distribuzione nel Nord Italia. Consiste in 2 grandi celle di stoccaggio e da 15 più piccole in cui le banane maturano in 5 giorni, prima di venir confezionate e spedite. Ciascuna delle 15 contiene 48 pallet (Il pallet è una specifica tipologia di base rigida movimentabile, utilizzata per dare maggiore stabilità alla merce imballata, ndr), per un totale di 50.000 kg di prodotto.
In un anno qui maturano circa 39.000 tonnellate di Chiquita.

Le celle assicurano raffreddamento e deumidificazione ottimali. Le banane vengono portate a una temperatura compresa tra 16,5°C e 17,5°C in circa 10-12 ore. Una volta raggiunta la condizione termica desiderata e un’umidità compresa tra l’85% e il 95%, viene immessa una piccola quantità di gas etilene per “deverdizzare” il prodotto. Tutte le linee di trasporto, green line (prodotto acerbo) e yellow line (prodotto maturo), si compiono a temperatura controllata.

È massima l’attenzione all’efficienza energetica per ridurre i consumi. Chiquita è da sempre attenta al tema della sostenibilità. Nel 1992 è stata la prima azienda di banane a testare la certificazione Rainforest Alliance, estesa nel 2005 a tutte le piantagioni, la cui missione è creare un mondo in cui le persone e la natura prosperino in armonia. La piccola rana verde nel sigillo indica  che uno o più ingredienti chiave sono prodotti in modo sostenibile.

Oggi sono allo studio nuove soluzioni per far fronte alle sfide più difficili, come la lotta al fungo TR4 o la creazione di cultivar più resistenti ai patogeni con il progetto Yelloway che si articola in 4 fasi: mappatura del genoma, selezione delle piante, test di laboratorio ed esperimenti in campo. Finora, Yelloway ha permesso a Chiquita e ai suoi partner di ricerca di creare un albero genealogico  di oltre 160 tipi, con 150 incroci riusciti, per un totale di 32.000 semi.

L’obiettivo finale è quello di produrre  3 nuove varietà resistenti che abbiano l’aspetto, il sapore e la capacità di conservazione della banana Cavendish, la coltura originaria del Vietnam e della Cina oggi particolarmente apprezzata dai consumatori.

La redazione

info@cibiexpo.it

 

 

 

 

 

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