Un problema è avere il tempo di leggere tutte le etichette dei prodotti che compriamo, ma un altro è certamente la difficoltà di decifrazione. Ecco alcune informazioni generali. Sull’etichetta il primo ingrediente è il più abbondante, il secondo è più abbondante del terzo e così via. Tra gli ingredienti sono compresi gli additivi (coloranti, conservanti, antiossidanti, emulsionanti, addensanti, ecc.) Quanto alla scadenza: la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro…”, indica la data consigliata per il consumo (o termine minimo di conservazione). Fino a lì il prodotto conserva le sue proprietà, sempre che le condizioni di conservazione siano adeguate. Dunque non è pericoloso consumare un prodotto dopo la data indicata. La dicitura “da consumarsi entro il…” indica il termine entro il quale il prodotto deve essere consumato ed è obbligatoria per i prodotti altamente deperibili dal punto di vista microbiologico (latte e derivati, uova). L’uso del termine biologico sulle etichette è sottoposto a una precisa normativa comunitaria. L’indicazione sull’etichetta della presenza di organismi geneticamente modificati (OGM) è obbligatoria per i prodotti che hanno un contenuto di OGM superiore allo 0,9%. Sarebbe utile anche avere più informazioni sulla presenza dei contaminanti ambientali, quelle sostanze cioè che sono presenti nei cibi a causa della contaminazione dell’ambiente circostante e che, a determinate concentrazioni, possono causare un rischio per la salute.
L’etichetta, secondo la Direttiva 2000/13/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, deve obbligatoriamente riportare:
- nome del venditore
- lista degli ingredienti
- quantità lorda e netta degli ingredienti
- data di scadenza
- grado alcolico delle bevande
- indicazioni sull’uso e la conservazione del prodotto
- nome e indirizzo del produttore, confezionatore o venditore in Europa
- lotto e luogo di provenienza
- altri dati su componenti e apporto calorico
Informazioni obbligatorie per legge
Nome (e denominazione commerciale). Conviene leggere bene perché se ne deducono informazioni sulla qualità del prodotto. Per esempio l’olio extravergine d’oliva è meglio del semplice olio d’oliva.
Elenco degli ingredienti. Sono riportati in ordine di quantità decrescente, compresi gli additivi(sostanze chimiche che conferiscono al prodotto una certa colorazione, ne favoriscono la conservazione, ne migliorano il sapore …), di solito gli ultimi in elenco, indicati con la lettera E seguita da un numero, e gli aromatizzanti naturali o chimici.
- E100-E199:in questo intervallo sono compresi i coloranti
- E200-E299:in questo intervallo sono compresi i conservanti
- E300-E399:in questo intervallo sono compresi gli antiossidanti e i regolatori d’acidità
- E400-E499:in questo intervallo sono compresi addensanti,stabilizzanti ed emulsionanti
- E500-E599: in questo intervallo sono compresi i regolatori di acidità e gli antiagglomeranti
- E600-E699: in questo intervallo sono compresi gli esaltatori di sapidità
Meno additivi ci sono, più il prodotto è naturale.
Quantità netta del prodotto. È un elemento importante per valutare la congruità del prezzo. Bisogna infatti calcolare la differenza tra peso complessivo e peso netto (prodotto sgocciolato, senza scarti…)
Termine minimo di conservazione o data di scadenza. Bisogna distinguere tra la scadenza tassativa (da consumare entro…), che va rispettata, e il consiglio di consumare non oltre una certa data. In questo caso ci sono dei margini di scelta: se si aspetta il prodotto potrebbe perdere alcune caratteristiche ma non fa male. I prodotti con tempi di scadenza molto lunghi potrebbero contenere una percentuale consistente di conservanti.
Nome e sede del produttore o del confezionatore. L’indicazione del Paese o della zona d’origine è obbligatoria per alcune categorie di prodotti (carne, pesce…). Non è raro che un cibo sia stato prodotto in un posto e confezionato in un altro. Se si ritiene importante per esempio che un prodotto sia davvero italiano bisogna leggere bene l’etichetta. Attenzione poi ai prodotti esotici che non sono sottoposti alla legislazione CEE.
Sede dello stabilimento e numero del lotto produttivo. Se si deve tracciare il prodotto, dalla provenienza all’arrivo sui banchi di vendita, questa informazione deve obbligatoriamente essere presente. Si pensi al caso in cui un prodotto avariato deve essere ritirato dal mercato.
Altre informazioni che possono essere riportate sull’etichetta
Le modalità di conservazione del prodotto. Sono riportate in etichetta solo per prodotti per cui è necessario rispettare certe regole (latte, yogurt, olio…) se si vuole che le caratteristiche organolettiche e nutrizionali siano salvaguardate.
Le istruzioni per l’uso. A parte i consigli per gli inesperti, ormai la globalizzazione delle merci e delle persone favorisce gli incontri con novità che bisogna imparare a gestire.
Il luogo d’origine o di provenienza. Le denominazioni d’origine riconosciute dall’Unione Europea – DOP (denominazione d’origine protetta), IGP (indicazione geografica protetta) e STG (specialità tradizionale garantita) – rappresentano la garanzia che l’alimento proviene da una specifica zona ed è lavorato secondo un preciso disciplinare. Vale anche per i prodotti biologici confezionati, che dal primo luglio 2012 devono avere il logo dell’Ue: una foglia con dodici stelle bianche su fondo verde e una cometa al centro.
Sempre più presenti
Tabella nutrizionale. Attualmente c’è in quasi in tutti i prodotti e riporta l’apporto energetico (Kcal), le percentuali di grassi, carboidrati, proteine, zuccheri, fibre e sale, riferiti a 100 g o 100 ml di prodotto. Spesso c’è il valore di una porzione (per esempio una barretta di cereali).
Sostanze allergizzanti. Sembra che allergici e intolleranti siano in forte aumento. È consigliabile quindi controllare la lista degli ingredienti e la dicitura “Può contenere tracce di…”. Ma oggi è sempre più frequente che siano evidenziate scritte come “privo di glutine” o “senza lattosio”.
Senza zucchero. Una formula che può trarre in inganno. I prodotti privi di zucchero (o saccarosio), possono contenere in alternativa glucosio, fruttosio, maltosio, e altro ancora, che non producono effetti molto diversi dal saccarosio.
Dietetico o Light. Ci sono meno grassi o meno zucchero, ma possono esserci additivi come emulsionanti o dolcificanti sintetici, da controllare. Un’altra considerazione è che potrebbero indurre un maggior consumo, con l’illusione della leggerezza, facendo pareggiare subito i conti con i cibi non dietetici. Per quanto riguarda i bambini il consumo di questo tipo di cibi deve essere autorizzato e controllato dal medico.
Oli e grassi. Devono essere specificati. Meglio usare olio d’oliva e burro, rispetto a non meglio specificati grassi o oli vegetali.
Confezione e smaltimento. Le indicazioni sui principali materiali utilizzati per le confezioni sono: AL alluminio, CA cartone, ACC acciaio, PE plastica, PS polistirolo, VE vetro.
Numero verde per assistenza al consumatore. Quando c’è, è un segnale di buona volontà da parte del produttore.