IL MODELLO ITALIANO D’ALLEVAMENTO DEGLI INSETTI COMMESTIBILI

Nutrirsi con gli insetti non è una novità per l’uomo. La FAO conferma che attualmente integrano la dieta di circa due miliardi di persone (poco meno di un terzo dell’intera popolazione mondiale) e hanno sempre fatto parte dell’alimentazione umana. Però oggi sono diventate necessarie ulteriori ricerche per ottimizzare i sistemi di allevamento e verificare gli eventuali rischi per la salute e il benessere di chi li consuma.

 

 

 

 

I pionieri che hanno dato avvio al progetto MAIC sono stati il Centro per lo Sviluppo Sostenibile, l’Università degli Studi di Milano, l’Università degli Studi di Torino e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Il progetto  ha preso il via grazie al sostegno della Fondazione Cariplo, che ha fortemente creduto nel suo potenziale. Grazie alla collaborazione con alcuni docenti della Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) è stata inoltre sviluppata una ricerca sociologica per verificare l’impatto dell’introduzione degli insetti commestibili nella nostra dieta, svelando una forte predisposizione verso questa possibilità soprattutto nei Millennial.

 

 

Sostenibile e innovativo

 

Il progetto MAIC è sostenibile, basato sui principi dell’economia circolare, e risponde con una proposta sicura ai nuovi fabbisogni alimentari conseguenti all’aumento della popolazione mondiale; è innovativo perché adotta un approccio scientifico al tema degli insetti commestibili, con un modello replicabile di allevamento, in grado di produrre proteine sane e di alta qualità. Allo stesso tempo è un’occasione concreta di business, rispettosa delle normative, e potrebbe rappresentare una straordinaria risorsa economica per coloro che operano nel settore agroalimentare: giovani imprenditori, agricoltori, ristoratori.

 

Se, come si prevede, nel 2050 la popolazione mondiale arriverà a toccare i 9 miliardi di persone, la sfida da affrontare è trovare produzioni alimentari complementari e sostenibili a basso impatto ambientale. Creare in Italia attività intorno agli insetti commestibili rappresenta una lungimirante opportunità per affermarsi in un settore ancora agli inizi e dall’enorme potenziale, con la possibilità di creare imprese, posti di lavoro ed esportazioni verso un mercato globale.

 

In questo settore siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi europei come la Francia, l’Olanda, il Belgio o la Spagna. Scegliere di ignorare questa strada apre solo a derive pericolose, ad esempio quella di “un mercato nero” con allevamenti e produzioni non sostenibili e non sicure per il consumatore.

 

 

Il celebre chef francese David Faure con alcune sue creazioni a base di insetti.

 

 

La via italiana all’allevamento d’insetti

 

Il progetto MAIC è stato preceduto da una fase di intenso dialogo e confronto con le aziende e le Associazioni di categoria del settore agroalimentare per trovare una via all’allevamento di insetti commestibili sostenibile a tutti i livelli: ambientale, di business e della sicurezza alimentare.

 

Questo primo periodo è iniziato a Milano nel 2012. Successivamente, un anno fa, nel giugno del 2018, Centro per lo Sviluppo Sostenibile, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Torino e Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie hanno avviato la sperimentazione che costituirà il modello di allevamento sostenibile.

 

La scelta della specie è ricaduta sull’Ortottero Acheta domesticus in quanto risulta una delle specie più utilizzate al mondo per uso alimentare, per via del suo alto contenuto di proteine e quella maggiormente apprezzata dalle culture occidentali, come conferma una recente ricerca presentata dal Centro per lo Sviluppo Sostenibile e realizzata con la Professoressa Rosantonietta Scramaglia della IULM, che ha indagato sugli atteggiamenti degli italiani rispetto al tema degli insetti commestibili.

 

 

 

 

Quanto ai mangimi, nella loro gestione per l’allevamento MAIC vengono privilegiate le produzioni a chilometro zero, analizzati i problemi di trasporto, le modalità di conservazione e di somministrazione, prediligendo laddove possibile i substrati reperibili tutto l’anno e che richiedono poca energia per essere lavorati e conservati. L’utilizzo di substrati provenienti dalle industrie agroalimentari ha il duplice scopo di ridurre gli sprechi e i costi smaltendo degli scarti della filiera e contemporaneamente di fornire materiali che non siano abitualmente utilizzati quali fonti alimentari per l’alimentazione umana o animale.

 

Il progetto sta producendo dati e informazioni utili per quanto riguarda la sicurezza alimentare e dell’allevamento, la qualità del prodotto e l’impatto ambientale dalla produzione, dal substrato fino al prodotto finale.

I dati scientifici raccolti verranno messi a disposizione delle Istituzioni preposte al controllo della sicurezza alimentare, alla determinazione dei parametri di rischio e alla definizione/aggiornamento della normativa in materia.

I risultati tracceranno la strada per stabilire delle linee guida per l’analisi del rischio sull’utilizzo di proteine da insetti a scopo alimentare e per l’aggiornamento in Italia delle normative riguardanti la trasformazione e la somministrazione di prodotti alimentari, oltre a produrre un modello di disciplinare per le procedure di allevamento.

 

 

Andrea Mascaretti, il pioniere italiano per lo sviluppo del tema degli insetti commestibili, ha realizzato una mostra in tema in Expo 2015 per Coop Italia e Società Umanitaria (circa 800 mila visitatori). Sempre in Expo ha organizzato la prima e unica degustazione pubblica di insetti commestibili autorizzata nel nostro Paese. Dal 2018 coordina il progetto MAIC.

 

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