L’agricoltura diventa hi-tech per resistere al cambiamento climatico: è stata progettata una serra mobile su rotaie che ha il compito di prevedere il futuro. Che il clima stia cambiando lo dicono in tanti; da anni il pianeta si surriscalda e l’atmosfera è più inquinata, cioè produciamo – attraverso diverse attività (riscaldamento degli ambienti, lavorazioni industriali, allevamento…) – gas a effetto serra, anidride carbonica inclusa, che contribuiscono al costante innalzamento delle temperature.
Per studiare gli effetti a lungo termine di questo processo sulle produzioni agroalimentari, e ipotizzare interventi che ne contrastino l’impatto negativo, l’INRAE – l’Istituto Nazionale della ricerca agronomica francese – ha inaugurato nel 2019 a Lusignan, nella regione del Poitou, una serra speciale, il Siclex, un simulatore di clima estremo progettato per preparare il terreno identificando le piante più adatte.
Sono tre i principali parametri osservati: precipitazioni, temperatura e contenuto di CO2 nell’aria. Il simulatore quindi intercetta la pioggia sopra gli appezzamenti, in modo che l’acqua alle piante sia fornita solo da un sistema di irrigazione; poi un dispositivo di riscaldamento crea condizioni di calore di intensità variabile e uno di arricchimento di CO2 altera la percentuale di gas presente nell’ambiente. Sensori di umidità, aria e temperatura del suolo sono posizionati in punti strategici, al fine di valutare l’impatto che le condizioni climatiche avranno sulla crescita della vegetazione nel corso degli anni.
La domanda che si è posto Jean-Louis Durand, direttore dell’unità di ricerca multidisciplinare Prairies et plantes fourragères dell’INRAE, è come sopravviverà la vegetazione alle temperature e ad altri elementi del cambiamento climatico nei prossimi anni.
Se oggi infatti possiamo descrivere i singoli fenomeni legati alla siccità, all’aumento della temperatura o del contenuto di CO2 nell’aria, non siamo invece in grado di ipotizzare l’evoluzione che vivranno campi e sistemi agricoli sottoposti per decenni a queste condizioni. Saperlo ci permetterebbe di selezione le specie e le varietà vegetali più idonee alle condizioni future.
Siclex consentirà infatti, ad esempio, di osservare e valutare ibridi di specie e varietà formatesi sul campo, con lo scopo ultimo di dare vita a piante più resistenti. Dal 2018 a oggi ha già condotto esperimenti di miglioramento genetico finalizzati all’adattamento delle piante ai cambiamenti climatici. Vedremo quali saranno gli sviluppi.
Marta Pietroboni