ITALIANI POPOLO LONGEVO

Merito della dieta mediterranea e della vita sana… o altro?

Nel panorama mondiale, l’Italia è ai primi posti con una durata media della vita che si attesta attorno agli oltre 83 anni. Rispettivamente, circa 80,5 anni per gli uomini e quasi 85 per le donne.

Molto spesso si sente dire, tanto che è ormai diventato un luogo comune, che la longevità del nostro popolo si deve al modo in cui mangiamo e che il modello alimentare, cioè la dieta mediterranea, è proprio il plus che ci permette di vivere così a lungo.

 

 

Premesso che sicuramente il modello mediterraneo di dieta è un ottimo sistema di alimentarsi, va anche chiarito che ad oggi, tranne qualche pastore della Sardegna o del centro della Calabria, la vera dieta mediterranea non la pratica più nessuno e la lunghezza della vita si deve a ben altro.

È inoltre giusto chiarire che il dato relativo alla longevità del popolo italiano spesso inganna la reale situazione del nostro Paese; infatti, se al posto che considerare la pura durata si analizzasse solo la parte sana di essa, si scoprirebbe che in realtà da sani viviamo in media tra i 55 e i 60 anni con circa 61 anni per l’uomo e 59 per la donna e che, arrivati a questa età, in media ci aspettano dai 20 ai 25 anni di sopravvivenza da malati.

In altre parole, la durata della vita sana non è cambiata di molto rispetto al secolo scorso; infatti, se è vero che allora si moriva tra i 50 e i 60 anni per una patologia acuta tipo un virus, un batterio o per un evento traumatico come la guerra, o per le scarse condizioni igienico ambientali o un incidente, ora al posto di morire sopravviviamo da infermi per altri 20 o 25 anni. In pratica, abbiamo allungato la parte malata della vita.

Alla luce di questo, appare chiaro che la longevità italiana più che a una sana e bilanciata alimentazione si deve ai progressi della medicina (il nostro sistema sanitario nazionale è tra i migliori al mondo) e alle scoperte scientifiche in questo campo. Per rendersene conto, basta chiedere a una persona sopra ai 70 anni quante pastiglie prende al giorno (in media, oltre 6).

 

 

 

Per questa ragione, più che al solo allungamento della durata della vita (Extension nello schema a fianco), dovremmo perseguire soprattutto un allungamento della parte sana di essa, quello che già da molti anni viene indicato come “compressione della patologia” (Compression nello schema a lato), cioè il cercare di vivere da sani il più possibile portando la comparsa delle patologie vicino al momento del trapasso.

Si potrebbe obiettare che, vivendo più a lungo, è normale che prima o poi qualche patologia debba comparire e che tale malattia inizialmente si presenti come cronica e che però negli anni, peggiorando, porti alla morte.

 

 

 

 

 

Sicuramente, questa è un’obiezione lecita, visto che il nostro organismo negli anni è destinato a deteriorarsi e, man mano che passa il tempo, a diventare sempre meno capace di riparare i danni; è però altrettanto vero che nel mondo esistono popolazioni nella quali si arriva ad avere addirittura 2 persone su 5 che raggiungono i 100 e più anni di vita e lo fanno restando in salute, senza patologie, con una mente lucida e conducendo praticamente fino a quasi alla morte una vita normale come se avessero 60 anni.

In queste zone, che sono state chiamate Isole Blu o Zone Blu (ad esempio, in Costa Rica, ad Okinawa, in Pakistan, ecc.), sono ormai da molti anni in atto studi scientifici mirati a cercare di capire quale sia la ragione che porta tali popolazioni a vivere così a lungo.

Molte ricerche sono orientate a indagare sul profilo genetico per capire se la presenza o l’assenza di un particolare gene possa conferire una maggiore resistenza agli insulti della vita. Gli studi, parallelamente, si sono poi anche rivolti all’ambiente nel quale questi popoli vivono, alla ricerca della presenza di un particolare alimento o elemento chimico che potesse in qualche modo rendere l’organismo più resistente.

A oggi, dopo oltre 50 anni di studi, sembra essere sempre più chiaro che non esiste né un alimento né un particolare gene capace di tanto, e con il passare del tempo e con l’aumentare degli studi ci si sta sempre più rendendo conto che la differenza la fanno le abitudini quotidiane di queste zone. La loro particolare resistenza sembrerebbe legata a 4 regole di vita:

  • mangiano poco e sono abituati a un digiuno controllato (per motivi religiosi, ad esempio, digiuno per 24 ore);
  • mangiano solo prodotti freschi (molto ricchi di micronutrienti che si perdono man mano che l’alimento “invecchia”);
  • fanno lavori fisici per tante ore al giorno (sono agricoltori o pescatori);
  • vivono al rallentatore senza stress (non sono multitasking).

Guarda caso, sembra il modo di vivere dei centenari sardi e calabresi di casa nostra, che sicuramente fanno la vera dieta mediterranea ma, parallelamente, vivono come le popolazioni delle Isole Blu. Verrebbe da chiedersi se non ci sia un modo di imitare queste regole nella civiltà moderna.

Ci ragioneremo nel prossimo articolo.

Andrea Fossati

fossatiandrea@centroemmea.it

info@centroemmea.it

www.centroemmea.it

 

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *