Il nostro Paese è leader europeo per il riciclo dei rifiuti. Parallelamente, siamo di fronte a una crescita costante, sia quantitativa sia qualitativa, per l’industria del riuso.
Dal 1997 a oggi, cioè in un quarto di secolo, in Italia si è passati dall’emergenza all’eccellenza nel riciclo. Per dare solo qualche dato: nel 2020 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, che nel 1997 era del 9,4%, è arrivata al 63% e lo smaltimento in discarica è sceso dall’80% al 20%.
L’industria italiana della riqualificazione conta quasi 5 mila imprese e 250 mila occupati e genera un valore aggiunto di 10 miliardi e mezzo. Si tratta di più di 12 milioni di tonnellate di metalli, in gran parte acciaio; di 5 milioni abbondanti di tonnellate di carta e cartone; di 2 milioni e più di tonnellate di vetro; e di 972 mila tonnellata di plastica. Tutto salvato da discarica o inceneritore.
Questi sono alcuni dei dati del Rapporto “Il Riciclo in Italia 2022”, realizzato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile.
Le prestazioni di alcune filiere virtuose
Nel 2021 il tasso di recupero ha raggiunto l’85% per quanto riguarda gli imballaggi di carta e il 77% per il vetro. Nello stesso anno, il 63% di carta e cartone e il 61,6% di vetro prodotti in Italia provenivano dal riciclo.
Sempre nel 2021 la percentuale di riuso dei rifiuti del packaging in plastica ha raggiunto il 56%, ma in questo settore sarà necessaria un’ulteriore crescita della raccolta differenziata e lo sviluppo di nuove tecnologie. Aumenta anche il riciclo organico delle bioplastiche e della frazione organica. È essenziale migliorare gli impianti per produrre compost di qualità e biometano.
Buona la percentuale di recupero degli imballaggi di alluminio e acciaio. L’Italia è il leader europeo per il rottame di ferro e un’eccellenza mondiale per la trasformazione in pannelli truciolari del 97% del materiale legnoso. E per i veicoli fuori uso ha raggiunto l’obiettivo.
Invece, per le apparecchiature elettriche ed elettroniche (i RAEE), la raccolta, pur in crescita, è lontana dal target UE. Lo stesso discorso vale per pile e accumulatori.
Infine, si prevede una crescita per i rifiuti tessili. L’Italia ha anticipato al 1° gennaio 2022 l’obbligo della raccolta differenziata per questi scarti, che l’UE aveva stabilito per il 2025. Le quasi 150 mila tonnellate raccolte e avviate al riciclo nel 2020, in calo del 9% rispetto al 2019, dovrebbero crescere considerevolmente nei prossimi anni.
Paola Chessa Pietroboni